FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

domenica 29 agosto 2010

Fathersnake e l'attentato della vecchietta ("Corsa delle sei torri" di Albenga)

Ciao a tutti!

Stanco di sterrati, salite e salitelle, cavalcavia e zanzare, sabato sono emigrato in Liguria con tutto il clan. Mi aspettava, stamattina, la seconda edizione della "Corsa delle sei torri", ad Albenga, competitiva su asfalto e priva del benchè minimo dislivello. Un ottimo biglietto da visita, oltre al fatto che mi sembrava, e ne ho avuta poi la conferma, gara di prestigio, ottimamente organizzata.
Alla fine ho optato per un paio di pantaloncini da corsa...più classici.
 Bella giornata oggi: solo un vento forte che rinfresca, ma rompe anche un gran bel pò. Parto e nei primi cento metri, a sentire lo sparo e le seguenti acclamazioni della gente che assiste, provo brividi alla nuca e mi commuovo. Gioisco per il fatto di essere lì, in quel preciso momento. Poi vengo rapito, come al solito,dalla trance agonistica. Sparisce ogni fastidio fisico vero e presunto ed è tutta concentrazione nel diluire le energie nella giusta maniera, durante tutto l'arco della prova.

Il Father-saluto
E' una buona partenza, con i primi 2 chilometri a 4.09, seguiti da una prevedibile flessione a 4.24. Mi piacerebbe tanto arrivare a battere il mio pb di 4.19, che risale alla Stravenaria di Maggio. C'è caldo, nonostante il vento. Da piazza VI novembre ci dirigiamo verso il lungomare, percorso per un chilometro, e risaliamo. Il tratto più impegnativo, dopo due stretti passaggi in tunnel sotto la strada ferrata, è quello che ci porta fuori città, controvento e senza la protezione degli edifici: due chilometri in cui la mia flessione è ancora più evidente: 4.38.

Braccato!
Giro di boa e si torna indietro, sulla stessa strada. Vento a favore ora, ma la stanchezza accumulata non mi fa andare al di là di un 4.26.
Non mi supera nessuno, a parte un unico runner. Cerco di frenarlo con la forza della mente, ma anche quest'ultima è stanca e quello continua come se niente fosse.
Coraggio: è quasi finita. Accelero buttando in caldaia tutto il carbone di cui ancora dispongo.Negli ultimi duecento metri cercano di fermarmi buttandomi contro una vecchietta, ma la schivo e concludo al 35 posto su 86 podisti.

L'increscioso episodio della vecchietta, su cui la magistratura sta indagando.
Niente pb, ma comunque un 4.24 finale che fa morale, in vista della gara a Vigevano (12 settembre) e sopratutto della Stralugano del 29.
Sontuoso ristoro con tutto l'immaginabile e curato da gentilissimi addetti: "Cosa ti posso offrire"?
"Prendo un pò di coca cola, grazie".
Unica pecca :inizialmente la classifica di arrivo, per ammissione degli stessi giudici, non era del tutto esatta: non tanto per quanto riguarda l'ordine di arrivo, quanto per tempi e categorie dei singoli partecipanti. Basti dire che a me è stato attribuito un tempo finale di 41.39...
A quest'ora sarei ancora lì a festeggiare ballando sulla spiaggia..
Qui potete trovare comunque quella riveduta e corretta.


Arrivo.

venerdì 27 agosto 2010

La forza del cuore e gli occhi della tigre.

Ripensando alla gara di Vische di ieri, conclusa come tante altre a metà classifica, mi sono reso conto di averla iniziata più con la paura di far male che con la voglia di far bene. L'ho subìta, non corsa.
E' questo, per me, da mesi, un periodo di stasi. Salvo occasionali exploit, i tempi al chilometro continuano ad essere inchiodati dove stanno: un pb di 4.19, poi più nulla. Eppure l'allenamento e l'impegno in esso non mancano.
Allora che manca? La risposta che mi sono data è che quello che ha latitato è stato il CUORE, e la voglia di stupire me stesso. E il CREDERCI sempre e comunque. Perchè quando la testa si riempie di troppi pensieri (fa troppo caldo, ciò male qui, è una gara troppo veloce, troppo in salita, troppo sterrata, con troppi segnali stradali ed il sindaco del paese dove si corre mi è antipatico)  si svuota della pura gioia di correre.
Se io penso di essere "uno da 4.30 al chilometro"  i risultati rispecchieranno inesorabilmente tale convinzione.
Rispetto alle prime gare si è perso per strada il gioco, che fa di un runner un cavaliere errante e della gara un drago da sconfiggere.
 Manca la voglia ed il divertimento di mettersi in gioco e di accettare le conseguenze di ciò, qualunque esse siano.
Ok. Mi sono psicanalizzato per bene.
Domenica correrò ad Albenga.
Vedrò la gara con gli occhi della tigre.
Buone corse.

mercoledì 18 agosto 2010

Cercasi PB. svizzero a LUGANO

Buongiorno a tutti,
rialzatomi dal prato vacanziero dell'ultimo post sto già pensando ad obiettivi futuri.
Ad uno mi ci sono già iscritto: 10 chilometri interamente asfaltati, pianeggianti, ambiente prestigioso...vuoi che non ci scappi un pb?
Il video dell'edizione 2009 guardatelo, è bellissimo. A me ha fatto venir voglia di essere già lì.
E per i veri podisti ci sono a disposizione anche 30 chilometri.
STRALUGANO 2009 from stralugano on Vimeo.

mercoledì 11 agosto 2010

Father in vacanza.

Un veloce saluto a tutti. E' tempo di iniziare le father vacanze.
Lascio momentaneamente a casa il podismo per trascorrere sei giorni sul lago di Costanza e dintorni.
A presto sulle strade,
father
Come foto è un pò "gaia" ma rende l'idea.

giovedì 5 agosto 2010

Father contro le montagne. Atto secondo. (V° edizione - Gara "A Etroubles, avant toi sont passés..."

Buongiorno a tutti.
Mercoledì: giorno di riposo dal lavoro. Cerco una gara: di distanza rispettabile e non lontanissima. La giornata inizia male, con delle fitte ai lombari appena alzato che, come al solito, mi fanno temere un riacutizzarsi dell’ernia e la fine dell’attività podistica, in generale. Da un po’di giorni questi dolori mi fanno compagnìa la mattina per poi scomparire del tutto, o quasi, durante il giorno. Cerco una gara, scrivevo, e la trovo ad Etroubles: si tratta della 5° edizione della “Avant toi sont passès”, nove chilometri in percorso misto. Fa parte del campionato podistico valdostano. Dove sia Etroubles lo lascio scoprire al navigatore, che fedelmente, ci fa arrivare ad Aosta e poi salire verso il traforo del Gran San Bernardo. Quel “ci” comprende mia madre e la mia morosa. Etroubles è un ridente paese adagiato in una verde conca, a 1520 metri sul livello del mare. Un venticello leggero ci accoglie appena fuori dall’auto. Aria pulita, fresca. Mentre mi avvio verso il tavolino delle iscrizioni, mi concentro sul corpo, paventando fitte ai lombari. Tutto tace. In Valle, a quanto pare, si conoscono tutti fra loro. Uno dei giudici, che iscrive ogni partecipante, neppure ha bisogno di chiedere le squadre di appartenenza. Di fronte al mio “Happy Runner Club” invece accusa delle difficoltà. Così Lo italianizza in Api Ranner, che mi fa pensare ad una squadra mista d'insetti ed anfibi.
Il ponte coperto attraversato poco prima dell'arrivo.
Etroubles.
Dai discorsi captati prima della partenza sembra che stiano tutti male e corrano “nonostante” qualcosa. Una nottata in bianco, un male al piede, un tentativo di avvelenamento da parte della suocera sventato all’ultimo istante. Pretattica. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui allo sparo partano tutti come delle frecce. Secondo un canone ben collaudato parto prudente, quasi in coda. A ben vedere, anche partendo davanti, mi ritroverei dietro comunque, quindi risparmio fatica. Come al solito non so nulla del percorso. Forse è meglio così, almeno per le gare in Valle d’Aosta. I primi due chilometri scorrono abbastanza facili, in un largo sterrato che compie un anello di due chilometri circa. Poi via a salire su un pendìo di media lunghezza e mi ritrovo già stanco, con le gambe pesanti. Ma ho tempo di rifiatare, poichè si scende in picchiata fino a raggiungere l’asfalto e mi sforzo di: 1) essere regolare e 2) concentrarmi sulla postura, nel tentativo di dimenticare la fatica.

Raggiungiamo la frazione di Echevennoz e da lì per le sue strettissime vie la discesa è ancora più brusca (un tratto l’ho percorso a 2’,50’’). Veloce passaggio in mezzo a pubblico misto indigeni-turisti con i secondi molto più garruli. Il bello deve ancora venire. Perché la salita, quella vera, è alla fine. Due chilometri di ascesa quasi continua con l’ultimo tratto (che ci porta a raggiungere la strada panoramica, asfaltata, Etroubles-Allein), che in pratica è una scala a perpendicolo. Cammino anche nei tratti dove teoricamente potrei anche correre. Cerco invano di far scendere le pulsazioni che fluttuano da 156 bmp a 161 (che per me rappresenta il massimo).
Il pacco gara :-)


Poi è benedetta discesa. C’è un punto di ristoro, dove afferro un bicchiere di acqua e MI FERMO. Tanto dietro non ho nessuno e davanti ad un runner che stimo di poter raggiungere. Lo prendo, infatti, e lo tallono per tutto l’ultimo tratto, in discesa, in mezzo alle anguste vie di Etroubles. Nel frattempo raggiungiamo, tra una curva a gomito e l’altra, anche un altro podista, ma costui sembra si diverta (?) a farsi sorpassare per poi riprenderci. Finalmente in vista del gonfiabile, dopo il passaggio dentro su un suggestivo ponte coperto, abbozzo una progressione per liberarmi dei due incomodi, ma in quel momento entrambi partono per una volata all’ultimo sangue lasciandomi dietro di poco.
62esimo su 94. Schiena senza il minimo fastidio. Sarà che devo correre per guarire?