FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

mercoledì 29 settembre 2010

Allenamenti metropolitani

Vivete in una città piena di ostacoli e barriere architettoniche e senza spazi per correre? Niente paura: ci sono delle alternative alla portata di ehm....QUASI tutti.
p.s Il ragazzo dell'ultimo salto è rimasto appeso 5 giorni. E' poi venuto Bertolaso in persona a salvarlo.

domenica 26 settembre 2010

Fathersnake contro Gervasoni (STRALUGANO 2010)

Oggi, domenica 26 settembre, splendida giornata di sole a Lugano. Non una nuvola in cielo e clima di allegria e piacevole animazione per la Stralugano.

Con me il clan: Marco e Davide, che quando sono passato da casa loro a prenderli li ho già trovati a litigare e continueranno a litigare, con qualche pausa per respirare, fino a quando non li riporterò a casa, la morosa Lia e la mamma. In codesto clima di armonia e pace sono pronto ad affrontare la 10 chilometri "city"
La Trentachilometri è appena partita e noi partecipanti alla più modesta «10k» ci sistemiamo ognuno nel proprio scaglione, a seconda dei tempi dichiarati in sede di iscrizione. Cerco il mio e lo trovo in testa alla colonna dei partecipanti. Per un attimo mi viene il dubbio di aver sbagliato a dichiarare la mia velocità. Poi realizzo che ogni scaglione comprende un insieme di runner piuttosto corposo. Ci sono quelli dei 3.30 al chilometro ma pure quelli dei 4.20 come me.
Che bella la partenza, in questa cornice festosa!
Cerco di rallentare, per poi crescere in progressione, ma è più forte di me. Come un fuscello in un fiume in piena, fluisco con la corrente. Il primo chilometro a 4.06 manco lo sento: ma è opera dell'adrenalina e dalla pura gioia di correre. Figuriamoci in una gara internazionale con pubblico numeroso che ti incita, maxischermo a lato della strada, speaker. Poi, però, bisogna fare i conti con la realtà di tempi che non sono ancora miei; però combatto con i denti per tenere bassa la media al chilometro. E quando il percorso porta in strade più anonime e la fatica si fa sentire, una Stralugano è come una Stracaramagna (con tutto il rispetto per quella simpatica manifestazione).
Ogni volta che occhieggio il Garmin quest'ultimo mi informa che sto a 4.17
Ci sarà da fidarsi questa volta? A metà gara mi dico che devo fare qualcosa per aumentare l'andatura, ma mi sembra di essere già al limite, con un certo timore di perdere terreno. Al passaggio di metà gara sotto il gonfiabile, lungo Riva Vincenzo Vella, non è che abbia molto più da dare. Almeno, questa è l'impressione. Ma faccio finta di niente e continuo. Mi sembra, tra l'altro, di avere sempre il vento contro, come se una entità maligna (i keniani?) si diverta a spostarne la direzione ad ogni curva, solo per il gusto di ostacolarmi. Come la «nuvola di Fantozzi», che esista «il vento di fathersnake»? All'ultimo chilometro tiro fuori tutto quello che ho (ed il risultato è quello che si vede in foto). La mia trasferta Svizzera è servita ad realizzare un pb di 4.16
E' un tempo che buona parte di voi lettori del blog troverebbe ridicolo, ma per ottenerlo, credete, mi sono spremuto come un limone. Alla faccia dell'ernia.
54esimo su 431della mia categoria e 148esimo sui 1131 partecipanti alla 10km.

E questa volta, lo dice il chip .-)



Come si vede, per nulla stanco...

venerdì 24 settembre 2010

Fathersnake e la STRACARAMAGNA

Nell'attesa che qualche luminare, visto il referto della mia risonanza alla schiena, si pronunci con un lapidario «con quella schiena lei la corsa dovrebbe scordarsela», io corro.
Ieri, appunto, uscito da lavoro, mi sono sciroppato i 106 chilometri che separano Ivrea da Caramagna Piemonte, in provincia di Cuneo, per farmi trovare sulla linea di partenza della non competitiva «Stracaramagna».
Non posso dire di non essere stato condizionato dall' esito della RM. Mi ci sono recato infatti come se fosse l'ultima gara di Fathersnake (questo senso di precarietà da più valore alle cose) paventando fitte improvvise lancinanti e bloccanti nel corso della competizione. Arrivo trovando una massa di persone ancora assiepate davanti al tavolo delle iscrizioni. Dopo 5 minuti di attesa viene annunciato che i pettorali, causa successo inaspettato della manifestazione sono finiti: chi corre non pagherà iscrizione ma non avrà diritto al pacco gara. La notizia non mi preoccupa: abbandono la mia postazione e mi scaldo un pò.
Lo sparo, amplificato dagli edifici della piccola piazza Boetti risuona con un botto esagerato e tutti sussultano. Parto cauto,  come se invece della colonna vertebrale mi ritrovassi una pila di piattini di ceramica firmati Richard Ginori.
Dieci minuti prima era partita la «camminata» i cui partecipanti presto verranno raggiunti e superati, con vari slalom, dai runner.
La mia corsa è fluida e priva di impedimenti dolorosi, tant'è che raggiungo la velocità di crociera di 4.17 al minuto e la mantengo. Nel frattempo sopraggiunge il buio e la poca illuminazione, specie nelle strade più isolate, complica le cose, Consideriamo poi che alcuni dei «camminatori», una volta raggiunti, (specialmente ragazzi) si mettono a correre, che la parte finale della gara consiste di più giri ubriacanti nelle stradine del paese, con vari incroci di podisti. Non perdo l'orientamento solo grazie al fatto che seguo davanti a me dei runner la cui andatura mi dice che sono in gara. Da qualche parte giunge un profumo di carne alla griglia e gli effluvi si faranno sentire per quasi tutti i 6,7 chilometri. Deve essere una grigliata di proporzioni pantagrueliche.
Al quinto chilometro pago un pò l'andatura allegra tenuta fino a quel momento e rallento a 4.22. Mi riprendo nell'ultimo chilometro, grazie al fatto che si tratta di gara piatta e tutta asfaltata, terminando ad un passo medio di 4.18.
C'è tempo per un pò di the ed un piattino di affettati prima di imboccare la via di casa.
La schiena non mi ha tradito, in corsa non lo fa mai.
Speriamo che sia così anche domenica, a Lugano.
Buona giornata.

giovedì 16 settembre 2010

Io, te, ed il podismo.

Questo post ce l'ho in testa da un pezzo. Nasce da una riflessione sulla mia situazione affettiva personale. La mia fidanzata non ama il podismo e lo considera quasi un terzo incomodo fra noi due. Non posso biasimarla: all'inizio del nostro rapporto gareggiavo in bici, sport che è stato detronizzato in maniera totale dalla corsa a piedi,  praticata con ben altra intensità. Questa metamorfosi non è stata vista di buon occhio (scherzando mi dice di aver subdolamente cambiato i termini del nostro contratto in essere); ciononostante mi segue alle gare, ovunque riesca, e mi manda mail con info su competizioni podistiche future (se non è amore questo).
Mi chiedo, amici blogger "accoppiati", con quale sentimento venga considerato il podismo dal vostro compagno/a, sopratutto da colori i quali non lo praticano.
Insofferenza? Tolleranza? Entusiasmo? 
Quando annunciate "domenica ho intenzione di gareggiare a..."  lo Stige infrange gli argini e vi preparate ad una settimana di "muso lungo" oppure la vostra metà sparge un tappeto di petali di rosa da casa alla partenza della gara?
Attendo i vostri feedback!

mercoledì 15 settembre 2010

Fathersnake contro l'ernia.

Non so se gioire del fatto che non abbia avuto problemi sino ad ora oppure per rammaricarmi perchè l'ernia al disco diagnosticatami due anni fa sta cominciando a reclamare la sua presenza, proprio adesso che stavo raccogliendo qualche frutto (per quanto piccolo) delle mie fatiche podistiche.
La cosa più strana è che sono bastati 10 minuti di riposo a letto per mettermi quasi ko più che un intero anno di corse in tutti i tipi di tracciati. Dopo la gara di Vigevano infatti, terminata la fatica e pranzato, stesomi a letto mi rialzavo semi bloccato. Dopodichè, lunedì, visita dal fisioterapista e seduta di Tecar che però non mi ha sanato come speravo. Ieri ho voluto comunque testare la possibilità di correre con un uscita di 7,5 chilometri in cui, tranne una sensazione di contrattura all'altezza della cintola, al di sopra del gluteo destro, non ho accusato dolori. Oggi vado a farmi risuonare magneticamente la colonna lombo sacrale, e si vedrà in base anche ai consigli degli esperti.
Mannaggia...c'è la Stralugano che mi aspetta il 26...
Esiste un Santo protettore dei podisti cui appellarsi?
Un abbraccio.

lunedì 13 settembre 2010

The rise and fall of Fathersnake (The R.U.N. by Powerade-Vigevano)

Giornata memorabile ieri, almeno fino alle 14.00
La partenza
Partecipo, a Vigevano, alla settima tappa del circuito di running più importante d’Italia: "The run" organizzato da RCS Sport – La Gazzetta dello Sport.
Ero già lì dal giorno prima, con soggiorno gentilmente offerto dalla mamma, che aveva da poco vinto 500 euro al Gratta e Vinci (in passato ha vinto pure di più) e si è dimostrata magnanima, pagando a me e morosa pure la cena di sabato.
C'erano tutti i presupposti per una bella gara. Intanto, una splendida location (vedi foto), con la rinascimentale piazza ducale, che ospitava il villaggio podistico, bardata a festa.
Gran cornice di pubblico, giornata di sole, ricchi premi e cotillons, ottima forma personale. Partecipano alla gara anche i protagonisti del reality "Siete pronti a vivere di corsa?" (ambientato nel mondo del podismo) che viene trasmesso su internet. Hanno uno stand dedicato ed alla partenza saranno schierati tutti davanti.
Si parte mentre gli autoparlanti risuonano ancora del "Al mio segnale, scatenate l'inferno" di gladiatoriana memoria.
Il circuito è più tecnico ed impegnativo di quanto ritenessi: tre giri da 3200 metri ciascuno, con tratti, pur brevi, in leggero falsopiano, di ciottolato, di sterrato (500 mt circa nel cortile del castello) ed un suggestivo passaggio nel cortile del Castello Sforzesco e nella  quattrocentesca Strada Coperta: lì ciottoli sono ricoperti da una specie di tappeto bianco che attutisce l'impatto delle scarpe con il terreno; hanno proprio pensato a tutto!
Niente di meglio di un bel risveglio muscolare stile "Villaggio vacanze" prima di una gara

Viaggio da subito a medie confortanti: il mio garmin mostra un bel 4.15 quasi costante che mi gratifica. Ed infatti lo guardo spesso :-)
La mia velocità non scende mai al di sotto dei 4.23 al minuto.
Ultimo giro: cerco di  accellerare e ce la faccio con quel che mi rimane. Ultimi 2 chilometri a 4.03 ed arrivo!
Passo medio di 4.12! Per un totale di 10 km? Ma la gara era di 9600 metri..
Pb battuto quindi? No, tutto sbagliato, tutto da rifare. Le rilevazioni del chip dicono tutt'altro; dicono che la mia media è stata di 4.26 al minuto. Ancora adesso sono qui che mi arrovello: com'è possibile, visto che il Garmin mi ha mostrato un passo medio mai al di sopra dei 4.23 al minuto? E dire che ci avevo gli occhi quasi costantemente incollati sopra. Ho anche scomposto l'intero percorso rilevato sul programma "Sport tracks" in frazioni di 500 mt, 1 chilometro, 2 chilometri e quel 4.26 non è mai uscito in nessuna parte del percorso. E le mie stesse sensazioni dicevano che ero più veloce di 4.26
Piazza Ducale con ceffo inquietante.
Ma un chip è un chip, quindi accetto il verdetto con il beneficio del dubbio.
Ma non è finita qui.
Tornato a casa mi riposo 10 minuti dopo pranzo e mi risveglio con la schiena bloccata. Ora sono in prossima partenza per Torino, onde affidarmi alle cura di un fisioterapista che già un mese fa aveva operato il miracolo.

P.s un COMPLIMENTI sentito ad Oliver per il suo risultato. Non lo anticipo perchè lo riporterà sicuramente in un suo post. Peccato non averlo incontrato!

mercoledì 8 settembre 2010

Nuove frontiere dello spirito (Straborgo di notte)

Ciao a tutti,
Veloce, velocissima Straborgo. Ne prendevo atto mentalmente mentre ieri percorrevo correndo l'asfalto ed il pavè di Borgomanero resi luccicanti da una pioggerellina che in fondo non dava neppure fastidio.
A correre con il buio e la pioggia, quando sono IN GARA, neppure faccio caso, preso come sono nel fluire insieme a tutti gli altri partecipanti verso il traguardo di questa corta gara. Parto subito forte e non può essere altrimenti ed è per tutti così. Altro che progressione...tengo una media di 4.09 al chilometro e mi chiedo se riuscirò a mantenerla sino alla fine. Corrono tutti come fulmini. Di fianco a me un BAMBINO che avrà avuto al massimo 10 anni (non scherzo) che a differenza dei normali bambini della sua età corre il triplo e NON SI STANCA MAI. Mi arriverà dietro giusto di poco, Mia madre mi riferirà in seguitodi una bambinetta indiavolata che è arrivata ben prima di me.Giusto davanti a me un vecchio che sbuffa come un mantice e penso (adesso schiatta??) ma mentre lo penso quello inizia a respirare normalmente e se ne va via accelerando in progressione. A metà gara accuso una leggera flessione (prevista e temuta) ma che non influirà più di tanto nella media finale. Rush finale (volata simil ciclistica)  a 3.52 ed arrivo. Due fette di pane alla marmellata ristoranti e poi il ritorno veloce alla mia amata patria borgofranchese.

 Arrivato all'incirca 136 esimo su 533 partecipanti. Nuovo pb sui 5000 con una media di 4.09
Ho finalmente incontrato OLIVER eTEO, pur soltanto per uno scambio di battute pregara. Se io sono stato veloce, loro sono stati due fulmini!

giovedì 2 settembre 2010

Pb a sorpresa nella gara che stavo per non correre (6° Camminata per le vie di Sandigliano)


Garetta non competitiva di 5 chilometri a Sandigliano? Perché no? Mezz’oretta da casa mia, giornata di riposo, bella giornata..
Ad un certo punto il navigatore mi fa deviare a sinistra. Vorrebbe farmi passare ATTRAVERSO una sbarra di ferro che sbarra l’accesso ad una strada privata, sterrata.  Al diavolo, e dire che l’ho programmato perché gli sterrati li eviti. Di tornare indietro non ne ho voglia, così proseguo dritto, imboccando un altro sterrato, in buone condizioni. Penso che dopo poche centinaia di metri mi riporti all’asfalto, ma penso male. Passano i chilometri ed i minuti e sono sempre in mezzo ad un bosco e la strada, ad ogni curva, mi mostra altro bosco ed altro sterrato. Mi incaponisco e proseguo imperterrito: a questo punto, a costo di finire tutta la benzina, devo vedere la fine. Scoprirò di essere finito nella riserva naturale della Bessa , percorsa interamente per 11 chilometri, da Mongrando a Cerrione.
Per fortuna c’è ancora un buon margine di tempo: sono le 19 e la gara è tra mezz’ora.
Arrivo  a Sandigliano e scruto attentamente i “segni” che mi fanno pensare all’imminenza di una corsa podistica: addetti con bandierine, runners che corricchiano, e nella migliore delle ipotesi volantini e indicazioni del  luogo del ritrovo ( di cui non mi ero annotato la via, contando sul fatto che il paese non è Rio de Janeiro). Nulla. Neppure un padiglione delle feste. Comincio a pensare di aver sbagliato giorno. Sono ormai le 19.20
Al diavolo, torno a casa. E, sapete, spesso proprio nel momento in cui ci arrendiamo e smettiamo di lottare il destino  si fa sentire e ci prende per mano. Imbocco un incrocio per tornare a casa e lo scopro bloccato da una transenna ed un vigile. Transenna+vigile=gara podistica? Chiedo al vigile che mi conferma. Chiedo del ritrovo: “Duecentocinquanta metri, sulla sinistra” .
Con la tentazione di sgommare e di bruciare il rosso al semaforo (ma proprio sotto gli occhi del vigile non mi sembrava il caso) mi dirigo verso il posto. Ed ecco lì il gonfiabile, ed una marea di persone. Il paese era semi deserto perché erano tutti lì. Abbandono l’auto e cerco il tavolo delle iscrizioni. Mi accoglie una coda che sembra di essere a Gardaland. Cerco mia madre con lo sguardo ma non la trovo più. Dopo cinque minuti di coda  (di certo non partiranno proprio ora, vero? ) la vedo davanti al tavolo delle iscrizioni, una ventina di posizioni più avanti, che discute e tira fuori dei soldi. Poi torna con il cartellino. Mi ha iscritto lei.  Anche a  questo servono le mamme, a volte. Un gruppo di keniani, già iscritti, mi vede. Li vedo stracciare il cartellino ed andarsene con aria mortificata: sanno che non ci può essere competizione (questa è una bufala pazzesca, ma a scriverla fa ”colore”).
Mi rimane qualche minuto di riscaldamento, e poi, in maniera spartana, si parte verso i campi. La moto che deve precedere i corridori non parte ed i corridori precederanno la moto costretta a fare slalom per recuperare,  per un chilometro circa. In cinque chilometri non succede molto. Succede però che mi sento bene e che il fresco mi giova. Tengo da subito un buon ritmo e lo mantengo fino alla fine. Arriverò 40 esimo, ma soprattutto realizzando un pb di 4.16. Mai così veloce sui 5 km. Non c’è stata una progressione pura, come pianificato ma una buona andatura che lo sterrato non ha intaccato più di tanto.
Un pb inaspettato in una corsa che ho rischiato di non correre.

Foto gara  da "Biellaedintorni.it"