FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

giovedì 24 febbraio 2011

Aspirazioni legittime?

L'obiettivo era stare tra i 4.20 ed i 4.30 minuti al chilometro: non ce l'ho fatta, ma sono soddisfatto ugualmente. Ho appena terminato diciotto chilometri di un percorso nervoso, con due chilometri di sterrato ed alcune rampe rompifiato, a 4:34 di passo medio. Secondo voi, amici blogger, sono legittime le mie aspirazioni di una mezza (Brescia) al di sotto di 1 ora e trentacinque? Io sento, a pelle, di potercela fare.

mercoledì 23 febbraio 2011

PUNIZIONE PER PREVISIONI AVVENTATE.

"Sento che sulla mezza, a Brescia, il 13 marzo, posso fare 1:30;  lo dico ad istinto."

Mai frase fu così sciagurata. Troppo tardi mi resi conto di quanto fosse alta l'ambizione di un simile risultato; alla seconda mezza, tra l'altro.
Di conseguenza, la trainer mi ha affibbiato una tabella settimanale da lacrime e sangue, atta a testare quanto possono essere fondate le mie impressioni, in cui l'allenamento che più temo è il seguente:

18Km a 4.20/4.30

In assenza degli stimoli che una gara può darmi, la vedo MOLTO dura.
 Non che parta battuto in partenza, benintesi, perchè ci proverò, ma la sensazione  è  quella di voler mandar giù un boccone troppo grosso.
Ciò che però temo ( e dunque ben vengano i test)  è di rimanere ancorato alle velocità cui sono abituato, quando il fisico sarebbe invece in grado di supportarmi a livelli di sforzo maggiori, giusto per evitare i disagi dell'adattamento. Comincio a credere che la velocità sia un fatto mentale, oltre che fisico. Cioè si corre tanto per quanto si pensa di valere.

Nella tabella spiccano altri allenamenti non meno inquietanti tipo:

Lungo di 2h a 5.10 circa

In questo caso però si tratta di impostare il pilota automatico e resistere....all'usura.
Se sopravvivo alle prime due sedute, diventerà una specie di passeggiata il seguente:

16 km a 4.45/55 + 4 Allunghi
Marcel Marceau al trofeo Damanti di Vado Ligure.

Un saluto.

P.s
 Trattandosi di allenamenti segretissimi, siete pregati di bruciare il pc una volta letti. Grazie.

martedì 15 febbraio 2011

BRESCIA ATTACK e slalom tra pozzanghere.


Sarà a Brescia la mia prossima mezza. Scartate per vari motivi, soprattutto di ordine logistico tutte le altre mezze che avevano destato il mio interesse (mezza del lago Maggiore, di Torino, di Borgomanero, la Brescia Half Marathon del 13 marzo è apparsa la scelta più opportuna, sebbene mi si dica che per preparare adeguatamente una mezza servirebbero almeno due mesi. Ho comunque a disposizione per allenarmi il doppio del tempo occorsomi per preparar la mezza delle Due Perle, che tanto male non è andata.
La manifestazione, che comprende anche una maratona e una 10k (quanti runners ci saranno in giro quel giorno??) è organizzata da Rosa Associati, che figura anche tra i partner della mia squadra, l'Happy Runner Club.
photo by Rosa Associati
Obiettivo naturale sarà battere il tempo di Santa Margherita Ligure (1:35:40). Il percorso di Brescia è interamente piatto e questo dovrebbe facilitarmi l'impresa, a meno che non incontri un costante vento contro, o che alla prima curva non esca di strada ribaltandomi.
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Domenica, a Gattico, non mi sono affatto divertito.
Il fatto che la competizione iniziasse con un’abbondante dose di discesa ha fatto sì che non riuscissi a interpretarla nel modo giusto: incerto fra lo sfruttare la pendenza andando a tutta e il frenarmi per evitare eccessi e risparmiare energie per il dopo ho preferito la prima, suicida, opzione (non ho resistito). Il percorso prevedeva, però ben poca pianura e dopo un tratto di sterrato e del leggero falsopiano ci si è inerpicati verso il traguardo seguendo una salita impegnativa di circa due chilometri. Ho corso costantemente oltre i miei limiti ed ho conosciuto l’impotenza di quando, esaurite le energie fisiche, si sale solo con l’ausilio della forza di volontà e il garmin notifica con impietosa regolarità l'incrementarsi del passo medio. Non è andata malissimo (78esimo su 350) ma neppure si può dire che sia tornato a casa entusiasta. Il fatto è che di salita me ne aspettavo meno.
Lodevole l'organizzazione della gara stessa. A parte uno speaker competente (Davide Daccò) era a disposizione dei podisti un accogliente e caldo palazzetto dello sport ospitante alcuni espositori locali e un servizio massaggio. Ristoro vario e abbondante. Non male per una non agonistica costata solo tre euro d’iscrizione.
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 Ieri un 14X400 sotto l'egida di Giove Pluvio. Avevo in passato già corso sotto la pioggia, ma era la prima volta che uscivo quando già pioveva senza essere sotto minaccia di una doppietta o sotto ipnosi. C'è da superare un blocco psicologico mica da ridere. Protetto da una tela cerata giallo canarino, sembravo Titti in fuga da un invisibile gatto Silvestro e i passanti mi guardavano correre con un’espressione a metà tra lo stupore e il compatimento.
Garmin rigorosamente acceso ma guardato alla fine.
Ripetute abbondantemente SOPRA i 4’, che invece era l’obiettivo. Sarà stata colpa degli slalom tra le pozzanghere.

mercoledì 9 febbraio 2011

Le DUE PERLE: IL FILM!

Cineracconto della Sesta Edizione della Mezza Maratona delle Due Perle.
Spero di essere riuscito a rendere almeno in parte le emozioni che ho provato.
Un saluto a tutti.


lunedì 7 febbraio 2011

RISATE E LACRIME (6^ Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle)

E’ dannatamente tardi: sono le 8:43, tra diciassette minuti si parte ed io sono appiedato, a Rapallo e non riesco a trovare né Lia né mia madre. Le cerco affannosamente, attraversando anche le macerie di quello che sembra un cinema, che un incendio recente ha trasformato in un mucchio di macerie, ancora fumanti. Non ce la posso fare, ormai stanno per dare il via. Sto pensando ai soldi spesi per l’iscrizione. Me li restuiranno? Oppure li tratterranno, permettendomi però di partecipare gratis alla prossima edizione della Mezza delle Due Perle? Ancora in preda di quel dubbio mi sveglio nella camera d’albergo di Rapallo emergendo da un sogno incredibilmente vivido. E’ la mattina della mia prima Mezza.
La notte non è stata tranquillissima, infastidi io, Lia e mia madre fino a tardi dai rumori provenienti da quello che sembrava un disco bar. Generatosi per abiogenesi forse, giacchè c’erano solo negozi nei dintorni del nostro albergo.
La sala delle colazioni dell’hotel Cavour è invasa da runners, ed immagino che la stessa scena si stia ripetendo, a quell’ora, in gran parte delle sale colazioni degli hotel di Rapallo e Santa Margherita (e di Portofino, per i più facoltosi).
Per me un croissant e del caffè americano, non voglio mangiare troppo. Del resto non sarà quel carburante a darmi forza.
Giunti a Santa Margherita i nostri timori sulla difficoltà di parcheggiare sono fugati in un istante perché il parcheggio prescelto, il Riviera, presenta ancora 118 posti vuoti: c’è tutto il tempo di iscriversi. La mattina è grigia, ma non particolarmente fredda. Mentre uno speaker decanta le qualità della gara ed elenca il parterre di campioni che vi prendono parte, mi guardo intorno e respiro aria di mezza. Tra poco ne correrò una. Chi l’avrebbe mai detto, fino a due anni fa?
Alla partenza, per una fortunata combinazione, mi ritrovo tra i primi posti. Mancano pochi minuti e il gonfiabile inizia ad afflosciarsi, tra risate collettive. Poi si rinvigorisce, tra incitamenti ironici. La banda di Santa Margherita intona l’inno nazionale e molti podisti lo accompagnano con un coro spontaneo. Dalle risate alla commozione in pochi minuti. Emozioni ad iosa. E devo ancora partire. Alla fine non riesco neppure ad applaudire, tanto sono compresso in mezzo alla calca. Si parte in mezzo a transenne assiepate, ed allo sparo la folla fa sentire la sua presenza. Altro brivido. Mi commuovo, a momenti mi esce una lacrima. Le gambe cominciano a macinare metri. Spero non si ingozzino, oggi.
La parola d’ordine è non forzare, lasciare che trovino da sè il loro ritmo. Forte dei preziosi consigli della trainer e dei blogger non accelero, pur avvertendone la tendenza.
Il percorso si snoda tra Santa Margherita, sede di partenza e arrivo, e Portofino, lungo la provinciale che le collega. Sono queste cittadine le “DUE PERLE” da cui prende il nome la manifestazione. Si corre con il mare sempre a fianco. Lo scenario è quanto di più spettacolare si possa immaginare. Però, quando si corre, si corre. Se l’andatura non è turistica, si apprezza fino ad un certo punto. La strada è divisa in due da semisfere multicolori e ben presto incrociamo il ritorno dei primi, che stanno tornando da Portofino: Pertile, Andriani, Bourifa, Emma Quaglia.. si formano due file parallele, e il confronto con noi poveri umani è davvero impietoso. Mi meraviglia come possano essere così veloci, e per così tanto tempo. E senza mostrare fatica.
Dopo pochi chilometri mi rendo conto di avere nelle gambe un passo medio di 4:30 al chilometro. Sarà questa dunque la velocità di crociera e cercherò di mantenerla  almeno fino ai diciassette chilometri,  considerati un po’ come la frontiera con l’oblìo.
 La salita verso Portofino, che tanto mi aveva preoccupato, mi si rivela come una semplice pendenza senza particolari difficoltà. Persino la risalita dalla famosa piazzetta la trovo agevole, pur con uno strappetto finale. Il garmin è inchiodato sulla velocità programmata, con impennate sui 4:40 al chilometro quando la strada sale. Non forzo mai, anche se in certi momenti le gambe lo vorrebbero. Il ritorno in Santa Margherita, davanti alla basilica, tra gli applausi, mi fa sentire un eroe del podismo e  l’adrenalina tenderebbe a farmi schizzare in avanti come una lepre ma non lo faccio. Aspetto ancora.
Ok, eccomi  al diciassettesimo. Corrisponde, più, o meno, dall’ultimo ritorno da Portofino verso il traguardo. Posso contare su una lieve discesa. Con il Borgo che si allontana alle spalle, comincio a dare gas: 4:26; 4:23; 4:24…4:15 e con gli ultimi metri a 3:59 si conclude la mia avventura.
Pensavo di essere in grado di poter spingere di più. Da qui una riflessione è d’obbligo: con tutta probabilità un’andatura troppo “allegra” all’inizio avrebbe significato perdere quota nel finale.
Porto a casa un real time di 1:35:40 che corrisponde anche al mio personal best sulla mezza, perché è l’unica e forse resterà tale.
Ora si torna alle garette da dieci chilometri.
Un saluto a tutti!

martedì 1 febbraio 2011

I DUBBI DELLE DUE PERLE

A quattro giorni dalla mia prima mezza, ancora non ho ben chiare le idee sul come affrontarla. La parola d'ordine è PARTIRE PIANO, ma dopo?  La maggiore incognita riguarda sopratutto la velocità. Ad istinto direi che un passo medio di 4:30 sia alla mia portata. Questo considerando che il mio passo al chilometro, prendendo ad esempio le ultime gare dell'anno appena trascorso, si aggira sui 4:15-4:20 minuti.
Sono però tante le variabili. Una, e non la meno importante, è il percorso, che mi dicono non certo da PB; una salitella male affrontata, specie se ripetuta, potrebbe mettermi ko.
L'altra è la mia tenuta su una distanza così lunga. Avendo gareggiato finora su distanze di 10 chilometri o poco più, il mondo di Fathersnake, da quella distanza in poi, è semisconosciuto. Potrei non riuscir più a recuperare.
Mi verrebbe in aiuto, sul sito di Albanesi, una formula, detta di Riegel, in base alla quale, inserendovi il non strepitoso tempo del Trofeo Montestella (00:43:34) ne è scaturita una proiezione, sui 21 chilometri, di 1 ora e trentasei minuti.
E se invece dopo lo start lasciassi le gambe libere di esprimersi a loro piacimento?
E dopo un duro allenamento, abbeverata alle limpide acque del fiume che lambisce Fatheropoli