FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

lunedì 29 agosto 2011

Il ritorno del padre.

Dopo giorni di allenamenti stentati, gare sofferte, litri di sudore persi per le strade di questa estate, finalmente una soddisfazione in quel di Lugnacco, paese della Valchiusella sede, domenica, di una gara collinare UISP di 9 km circa. Con una temperatura tornata a livelli normali, il motore ha finalmente risposto a dovere, regalandomi la soddisfazione di un 14esimo posto nella classifica degli M45 (85esimo invece in quella generale, su 156 arrivati) posizione mai raggiunta in tutte le corse UISP finora disputate.  Bruscolini, per qualcuno, ma per me un risultato che vale molto: il cammino verso le vere soddisfazioni è ancora lungo, ma non dispero.
Tutta la favolosa podistica Leinì, comunque, merita un plauso, perchè è riuscita a portare a casa un quinto posto di società, pur gareggiando con solo otto 8 atleti.
La mia ammirazione va a quel coriaceo sessantenne che ho superato, mi ha risuperato, è caduto, ho risuperato, mi ha raggiunto e definitivamente superato per arrivarmi davanti. Che guerriero!
E' magicamente tornata la motivazione e la voglia di fare, che ultimamente latitavano.
Sabato mi presenterò alla Night Run dei Tre Comuni, maratonina serale in quel di TRECATE, con spirito di rivalsa ed il corpo vibrante d'energìa.
Un saluto a tutti.


giovedì 25 agosto 2011

Stanchessa!


Queste calde ultime settimane mi stanno mettendo a dura prova: non amo particolarmente correre ad alte temperature e scarseggia anche la forza psicologica di uscire in strada ad affrontare i lavori previsti. Si tratta di una tabella severa, che punta a ottenere un tempo di 90' alla Mezza di Monza.
Ho aderito volentieri alla proposta della trainer, perché amo le sfide, ma una volta in strada mi sono reso conto di come il divario tra ciò che POSSO e ciò che VORREI sia in questo periodo troppo ampio. Raggiungere le velocità proposte? Una chimera. E se mi sforzo di farlo, la fatica fatta condiziona tutto l'allenamento restante, che si trasforma inesorabilmente in un lento.
La scorsa settimana sono uscito cinque volte. Oltre a due uscite previste in tabella, ho approfittato di due gare "paesane" dai chilometraggi ridotti, giusto perché in compagnìa si presta meno attenzione alla fatica, e di una competizione, a Vauda, facente parte del campionato UISP.
Ho affrontato quest'ultima il giorno dopo avere gareggiato a Cigliano. Ovviamente, il caldo ha imperato in entrambe le corse. A Vauda ero già stanco subito dopo il via, tanto che ho innestato il pilota automatico e mi sono limitato a finirla: non c'era forza per null'altro. Nonostante ciò mi è servita a racimolare dodici punti che mi hanno portato al 12esimo posto nella classifica di categoria dello stesso campionato; piazzamento dovuto più alla presenza (+ gare = + punti) che all'effettivo valore.
Domenica scorsa, con la compagnìa di Lia, che mi scortava in mountain bike, sono uscito per quelli che avrebbero dovuti essere 14 km a 4.17.
Ne sono usciti 14 km a... 5.19
Basti questo, a dare un’idea della situazione attuale.
Nonostante questo ben poco promettente stato di forma, il 3 settembre sarò a Trecate, alla Night Run dei Tre Comuni: sarà un buon test in vista di Monza.
Un saluto!








giovedì 4 agosto 2011

Stralivigno 2011: il film.

Non c'è modo più eloquente, per testimoniare quanto fossi stanco durante buona parte della Stralivigno, che mostrarlo. Il video si riferisce sopratutto al passaggio in ciclabile, sulla carta il più facile, vissuto però portandomi dietro la stanchezza della prima parte, unita alla consapevolezza che il tratto più impegnativo sarebbe giunto di lì a poco. Sarebbe stato bello filmare anche i tratti in salita, ma di morosa ne ho solo una, e senza il dono dell'ubiquità. Aldilà della inevitabile fatica è una gara che merita, con una organizzazione curata in ogni dettaglio. Spero che le immagini riescano a rendere il "feeling" che ho percepito correndola: quello di stare vivendo, tra sudore ed affanni e gambe....di piombo, una piccola, personale avventura.


lunedì 1 agosto 2011

LA MIA STRALIVIGNO!

Quando, appena terminata l’edizione 2010, RAISPORT ne trasmise una sintesi,  la varietà e la bellezza del tracciato mostrato dalle riprese catturarono il mio interesse e fantasticai di poterne calcarne un giorno lo stesso percorso. Lo stimolo definitivo me lo diede scoprire che la turistica lavorativa mi avrebbe concesso un weekend libero comprendente il fatidico 31 luglio. Una specie di segno del destino. Allora, dopo aver chiesto e ottenuto riposo anche per il venerdì 29, ecco che alle sedici di quel giorno io, mia madre e Lia stiamo già passeggiando per la via principale di Livigno.
Quest’ultima, che si adagia in un’estesa valle, non ha proprio l’aspetto della classica cittadina di montagna: grazie al tanto sbandierato duty free (la cittadina è considerata “zona franca” e quindi esente da imposizioni Iva, il che permette uno sconto di partenza del 20 % sui normali prezzi di listino) ha più l’aspetto di un grande centro commerciale a cielo aperto, animata da folla in cerca di sconti migliori, la maggior parte munita di borsa spesa con logo. Tanto che, in certi tratti, sembrava di trovarsi a Vicolungo, oppure a Serravalle, paesi sede di famosi outlet.
Sabato mattina incontro, nella hall dell’hotel che ci ospita,Marianna Longa, campionessa di sci di fondo e vincitrice, per ben cinque volte, della gara podistica Valtellinese. Abita a Livigno, ove il cognome Longa è parecchio diffuso. E’ lo stesso gestore dell’hotel che me la presenta, chiedendomi scherzosamente “hai bisogno di una personal trainer?"
Con Marianna Longa
Marianna, ferma dalle gare per un problema al tendine di achille, mi descrive sommariamente il tracciato, dopodiché suggelliamo l’incontro con una foto ricordo. In mountain bike, poco dopo, Lia ed io percorriamo quasi del tutto il tratto “più umano”della gara: i cinque km della ciclabile che costeggia Livigno. Nel pomeriggio incontro Frank (splendido risultato il suo!) e Costy: una breve passeggiata (Costanza ancora con le stampelle) e due chiacchere in un bar.

La corsa.

Affrontare la Stralivigno senza mai essermi allenato in salita non mi turbava più di tanto: ero convinto di potercela comunque fare, aldilà del tempo di percorrenza finale, affrontando le asperità con la dovuta cautela, senza strafare, e sfruttando le discese qualora potessi.
Go!

In una bella mattina di sole, la gara parte con uno strappo secco di 150 m di dislivello, che ci porta a quota 2080. Siamo quasi mille: una folla sgomitante che ansima e sbuffa. Reggo bene il primo tratto, con i soliti passettini morbidi, ma questo non basta, perché ancor prima di scorgere il GPM sono già stanco, e comincio a percorrere tratti sempre più lunghi camminando, nonostante sia alle prese con un alternarsi di salite meno impegnative e tratti pianeggianti, fino al quarto km, da cui inizia la picchiata verso valle. Poiché la discesa è il mio unico punto di forza, recupero diverse posizioni, ma arrivo in fondo con i muscoli delle gambe frollati. Per un corto tratto delle caprette, sbucate chissà da dove, corrono insieme con noi, le ho davanti, per poi deviare improvvisamente a destra, prima di essere d’intralcio.
L’ingresso in ciclabile, in quello che doveva essere il tratto più easy della gara, in falsopiano, mi vede spossato, senza la possibilità di poter gestire la velocità come più mi aggrada. E’ un’andatura al risparmio, sennonché non sembra esserci più esserci risparmio cui attingere. Incredibile, penso, sono soltanto all’ottavo chilometro. Marca davvero male.
Passaggio in ciclabile
Per fortuna ho da distrarmi, la ciclabile lambisce la cittadina e il pubblico, in questa fase più numeroso, dimostra il proprio calore non facendo mancare incitazioni a volte personalizzate grazie al nome di ognuno sul pettorale.
Lia mi affianca in mountain bike e realizza delle riprese eccellenti che vedrete nel video successivo, documentando anche il mio stato di spossatezza con impietosa crudezza. Arrivo davanti al cartello di metà gara: sono trascorsi cinquantanove minuti e il bello deve ancora venire. Contavo su questo tratto, altimetricamente più docile, per rifiatare, e invece mi ritrovo a fare i conti con forze sempre più esigue.

Al dodicesimo chilometro circa ricomincia il calvario, con una salita che ci porta ad arrancare per sentieri sterrati. Poco prima di affrontarla approfitto di un ristoro (che saranno tanti e fornitissimi nel corso della gara) per buttar giù camminando dei sali. Poi riparto, ma le gambe non ne vogliono sapere di pendenze e i tratti camminati equivalgono quasi a quelli corsi. La salita, discreta e lunghetta riporta in quota con continui saliscendi nel bosco di conifere. Subisco diversi sorpassi. Cado, persino, inciampando, per la prima volta da podista, ma ne riportano danni solo i palmi delle mani. I tratti in discesa servono per darmi spinta ed affrontare l’erta successiva: a volte la forza d’inerzia è bastante, a volte cammino fino a raggiungere la cima del dosso, per poi buttarmi giù successivamente.
Con quest’andatura da dead man running scendo fino alla ciclabile, al termine di una discesa più lunga. Siamo al diciassettesimo chilometro: ultimo ristoro. Sto per affrontare il tratto più impegnativo.
Ormai vado avanti solo grazie alla tenacia e, probabilmente, l’aiuto dello Spirito Santo. Al 19esimo km la terribile visione: 100-150 m di salita con una pendenza del 30% o più che impediscono quasi di camminare. E' come un' arrampicata, con la mente vuota di tutto se non la voglia di finire la gara in un modo o nell’altro. Si torna a quota 1984 m. Non ne posso più di salire e sono accontentato al 20esimo km. Ed eccola, Santo Cielo, la discesa finale! Mi ci butto a rotta di collo, con gli ultimi sorpassi in volata. 
L'agognato arrivo.
E’ fatta.
Più che una gara, per me è stato un evento, motivato dal poter dire: La Stralivigno? Io c’ero.  Non essendomi preparato in modo specifico per essa, ed in generale, per una gara in salita, non posso recriminare per la classifica finale né per il tempo di percorrenza. Confesso anzi che ben prima di arrivare a metà gara l’ombra di un possibile ritiro si stava facendo strada, non tanto per l’incertezza sulla mia capacità fisica di finirla, quanto per la paura di arrivare in coda a tutti, riportandone anche un contraccolpo psicologico . Poi, però, ha prevalso la voglia di avventura.
I freddi numeri:
386esimo su 545 (classifica assoluta maschile)
83esimo su 123 MM45
Tempo finale 2:05.20,3

Un saluto!