FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

lunedì 23 aprile 2012

Fathersnake contro i Valdostani (9°Corsa di San Giorgio, Hone)

Ho sempre rimediato solenni bastonate sportive tutte le volte che, nei due anni precedenti, mi sono avventurato in Valle d'Aosta per partecipare a qualche gara del campionato locale. Sono tosti, i valligiani, quando si tratta di  sci, ciclismo o podismo.
Questo non mi ha impedito, sabato scorso, seguendo il solito criterio di scelta gare in base alla vicinanza geografica, di prendere parte ad Hone alla 9° edizione della "Corsa di San Giorgio". Tracciato ignoto; sapevo soltanto fosse gara mista, con erta finale (in Valle non esistono gare senza erte).
Però, dopo aver preso parte a due freschi trail montani, l'ultimo dei quali "Nata Libera" a Sala Biellese, veramente tosto, non poteva spaventarmi alcuna salita, sopratutto in un percorso di neppure 7km (6,7, per la precisione).
Lo sparo ci scaraventava in avanti a velocità sostenuta, facilitata da una leggera discesa. Memore di tante partenze irruente pagate a caro prezzo, frenavo l'impeto cercando di trovare un ritmo consono e sopportabile, che mantenevo senza troppi patemi per quasi tutta la gara.
Due km a 4:08, altri due in sterrato a  4:34, poi un progressiva ascesa, blanda fino al 5° km.
Supero per la prima volta  un rivale che di solito arriva parecchio prima di me e la cosa non può che darmi soddisfazione e stimolo. Da lì in poi ecco che parte una rampa di 800 metri (percorsa ad un passo medio di 8' al km circa, ed è tutto dire) che è quasi una scala. Correre lo trovo impossibile. Mi giro ed il rivale è lì, proprio dietro. In vetta vorrei tanto fermarmi a respirare, ma invece dò ancora gas, perchè poi c'è solo discesa a capofitto tra le case del borgo, ed infine il traguardo. Il rivale si fa sotto e mi supera proprio alla fine della salita, e nonostante la discesa non mi faccia paura, non riesco a riprenderlo, arrivando pochi secondi dopo.

La classifica mi vede al 77esimo posto su 139. Non certo un trionfo, però si tratta della mia  miglior prestazione in terra valdostana e questo per me è già motivo di soddisfazione.
Un saluto.

Non avendo ancora la nuova divisa della podistica Leinì, mi arrangio come posso.

mercoledì 18 aprile 2012

Vivicitto pure io.


Di ritorno nelle prime ore della mattinata (o nelle ultime della nottata prima, fate voi) da un concerto ad Asti la levataccia per partecipare all'edizione torinese di VIVICITTA' questa volta è meno levataccia del solito, poiché la partenza sarà data alle 10.30, dandomi almeno il tempo di realizzare chi sia e cosa stia facendo lì dove sono.
Mi accompagna Lia.
Indosso una leggera tela cerata di un giallo canarino al limite della fosforescenza che mi fa distinguere a colpo sicuro tra i 757 partenti, insieme con un cappellino bianco dalla consistenza di un uovo alla coque.
Piove leggermente, come nell’edizione di due anni fa.
Al tavolo delle iscrizioni scopro con meraviglia, nell’ordine,  che:
1) la tessera UISP scade ogni anno
2) la mia tessera UISP è scaduta
Prontamente estraggo la tessera fidal Happy Runner, sentendomi come un truffatore che estragga dal portafogli una serie di carte di credito rubate, fino a che non trova quella da cui poter spillare soldi.
Non mi è accettata perché manca una fantomatica “striscia” su di essa.
Mi è suggerito allora di iscrivermi alla non agonistica di 3 km, proseguendo per tutti i dodici dell’agonistica, con il risultato che non comparirò in classifica; differenza di scarso rilievo con i tempi che in questo periodo sto realizzando.
Parto rilassato (perché, in effetti, sono rilassato) e i primi km passano tranquilli tra una pozzanghera e l’altra. Corro bene fluido, e senza troppo penare. Al primo passaggio sotto il gonfiabile, dopo un primo giro corto, scorgo Lia tra la folla e la raggiungo per scoccarle un bacio, rischiando la testata.
Verso metà gara decido di gettare finalmente un’occhiata al garmin e con disappunto scopro di aver tenuto fin lì un passo medio di 4’34. Fosse una mezza, potrebbe anche andare, ma per una gara di 12 km è un po’ poco. Pizzico di delusione, ma faccio buon viso a cattivo gioco proponendomi di limare qualcosa nel finale, cosa che però non mi riuscirà.
Più o meno lo stesso tempo medio dello scorso anno (considerato in un post come una vera e propria debacle podistica) ma con sensazioni diverse: in quell’occasione ero arrivato stremato e al limite,complice anche il caldo, mentre quest’anno ho realizzato un progressivo quasi perfetto, con una certa dose di energia ancora a disposizione. Da quella gara ne ero uscito pessimista, da questa ottimista.
Termino intorno alla 340esima posizione.
Lungo su WII in previsione della mezza di Topolinia.
In questi ultimi giorni sembra che le gambe, ma forse soprattutto la testa, si stiano risvegliando dal torpore. Vedremo che ne uscirà.
Un saluto.