FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

martedì 26 marzo 2013

Correndo tra le vigne, sotto la pioggia.

Albiano d'Ivrea


La prima impressione è quella di aver raccolto meno di quanto seminato.
Reduce dalla prima di campionato Uisp in quel di Albiano, prendo atto ancora una volta di quanto sia per me difficile ottenere una qualche visibilità (leggi: entrare almeno nei primi quindici in classifica) in un campionato che non fa mai sconti.

Mi presento in sovrappeso di un chilo sul mio peso gara e nonostante sia difficile che questo possa produrre qualche svantaggio in una gara così corta, la cosa non mi rallegra.
D'altra parte, la sgambatina pre gara dona delle buone sensazioni.
Nonostante le condizioni meteo non eccelse e la concomitanza di altre gare poco lontane (la Tutta dritta, l'Electric Trail e la Biella Piedicavallo) il numero dei partecipanti non sembra averne risentito: siamo poco più di 200. 
Si parte subito con un chilometro di secca ascesa, che rompe il fiato. Lo affronto con baldanza forse eccessiva tant'è che per tutta la prova proverò la sgradita sensazione di correre sopra le mie possibilità.
Tuttavia, reggo abbastanza; galleggiano intorno a me i soliti volti che fanno da riferimento in gara. Finchè non li vedo svanire in lontananza, vuol dire che va tutto bene.
La gara, innaffiata da una costante pioggerellina, ci porta lungo sentieri ondulati e sterrati nelle campagne intorno all'abitato, trasformatisi per alcuni lunghi tratti in insidiosa fanghiglia in cui la preoccupazione maggiore è mantenere l'equilibrio, piuttosto che produrre velocità.
Con le mie scarpe Pegasus trail il mio passo è comunque saldo.

Recupero piano in pianura, recupero velocemente in discesa, ma in salita perdo.
Questo è un grosso svantaggio, specialmente quando la gara presenta il suo piatto forte, un muro che sembra quello di Grammont del Giro delle Fiandre, solo più corto, a 2 chilometri dall'arrivo.
Sono 500 metri che si fanno sentire nelle gambe, nel fiato e nel morale.
Il vantaggio, faticosamente guadagnato sui volti noti, decresce in pochi attimi: correre sopra i propri ritmi significa non avere la forza di reagire quando serve.
Tuttavia lo strappetto non è il colpo del ko, perché recupero sulla discesa successiva, che ritenevo, erroneamente, portasse all'arrivo.
Allora, in picchiata, mi riporto sul compagno di squadra Marco.
Sorpresa: il traguardo tanto desiderato non c'è, non è ancora finita.
Altro strappo in salita, altri 500 metri di ascesa. Marco mi abbandona allontanandosi con un implacabile passo cortissimo e agile, mentre io abbandono ogni velleità agonistica preoccupandomi solo di finire.
Giungo al traguardo 89esimo  24esimo di categoria su trentasei.

Come dire, molto rumore per nulla, perché mi pareva comunque di aver corso bene. Purtroppo la categoria cui appartengo, la  M45, è la più numerosa e combattiva!

Sabato cercherò maggior soddisfazione al trail di Salussola.

Rock'n'roll.




lunedì 18 marzo 2013

PB sotto la neve di marzo (Keyco Half marathon 2013)



E' andata, ma non è stata facile, in una domenica dal meteo novembrino. Non tanto per la neve e il freddo, che le previsioni meteo annunciavano da tempo, quanto per le caratteristiche del percorso, che dopo averti invogliato nei primi 6 km, grazie ad una discesa quasi impercettibile agli occhi, ma avvertibile dalle gambe sotto forma d’invito all'accelerazione, come contrappasso esigeva il tributo nei successivi 11 km, fino a Oglianico, punendo l'iniziale baldanza con una leggerissima ma insidiosa e continua pendenza.
Conoscendo l'altimetria del percorso me lo aspettavo, tanto che mi ero proposto di non esaltarmi nelle prime fasi (corse a 4'19 di passo medio) così come non demoralizzarmi nel tratto meno facile (a 4'39).
Dopo Oglianico quindi, dal diciassettesimo in poi le gambe hanno ripreso parte dei ritmi iniziali, però ho dovuto abbandonare parte dei sogni di gloria che già mi vedevano superare il vecchio PB con uno scarto ben maggiore. Ventisei secondi in meno segnano il mio attuale correre sulla mezza. Per ora mi accontento di questo: 1:34:26




Questa seconda edizione della Keyco Half Marathon di Rivarolo, penalizzata nei numeri dalle inclemenze del tempo, è stata ben gestita dall'organizzazione della ASD Keyco e la Pro loco di Rivarolo in collaborazione con Turin Marathon. Veloce la consegna dei pettorali, situata all'interno dell'Urban Center, un centro commerciale il cui calore e colori invitavano allo shopping, buono il ristoro finale, in cui figurava tra l'altro l'ormai onnipresente ma personalmente gradito panettone a tranci. A disposizione dei runners anche accoglienti spogliatoi con possibilità di una doccia calda. Un appunto negativo: si è formata una leggera calca all'interno del Centro Polisportivo per l'esiguità dello spazio a disposizione dell'operazione di riconsegna dei chip.
Oltre alla mezza sì è corsa anche una dieci chilometri, novità di quest'anno, che, lungi dall’essere una semplice gara di contorno, ha visto la partecipazione di circa 370 atleti. Intorno alle 450 unità invece il numero degli iscritti alla ventuno.
Aggiungo e chiudo con parole di elogio per l'opera dei volontari della protezione civile, esposti al freddo e alle intemperie ancora più dei podisti e che molto spesso devono affrontare l'ira di automobilisti insofferenti per permetterci di svolgere una gara sicura.

Un saluto e buone corse.








sabato 16 marzo 2013

CARO PB..



Caro PB,

È ormai un anno che ci conosciamo, da quella fredda mattina in cui ci incontrammo a Trino. Venivo da una stagione di luci e ombre con prevalenza delle seconde e tu, che raggiunsi sul finire della stagione, mi aiutasti ad avere fiducia nel futuro (ti ringrazio per questo).

Da un po’ di tempo però sento che non mi rappresenti più come prima. Ho avuto prova del fatto che posso ambire a qualcosa di meglio e alcune prestazioni realizzate in gare diverse dalla mezza me l'hanno  fatto capire. Non sei neppure un gran tempo in fondo, scusa se te lo dico:  
unoratrentaquattroecinquantadue non è un'impresa di cui poter andare particolarmente fieri, da citare con orgoglio.

Voglio un pb nuovo sulla mezza! Ecco, l'ho detto, ho finalmente trovato il coraggio.
No dai, non piangere ora, non mi rendere tutto più difficile.

Pazienza se domani, a Rivarolo, tornerà il freddo, se nevicherà tanto che dovremo percorrere metà percorso con le ciaspole. Ci proverò comunque.
Perché il running è come la vita: se non osi, non ne cogli il vero senso. C'è sempre un pb da raggiungere ed è la voglia di osare che ti fa capire di essere veramente vivo.


lunedì 11 marzo 2013

RITORNO ALLE QUATTRO CHIESE E COMPROMESSI PODISTICI.

Partenza 

230 compagni di allenamento

Pazienza per le scarpe sporche, l'allenamento è in cascina.
-Tutte le foto sono di Carlo Bolla-



Allenarmi la domenica, salvo rare eccezioni è uno dei compiti più duri della settimana podistica. Nella mia tabella ci trovo in genere sistemati i lunghi, oppure le sedute più dure. Se ho voglia di allenarmi bene, non c'è problema. Il problema nasce quando di voglia ce n'è poca, o comunque bastante al più per un defaticamento di 5 km, in discesa.
Eppure, l'uscita domenicale è il sigillo di un’intera settimana. Se buona, è capace di rivalutare un’intera settimana di allenamenti fiacchi. Saltandola, ho come l'impressione di aver vanificato in parte tutti gli allenamenti prima, oltre che di compromettere in certa misura anche quelli dopo.
In più, quando la recupero? La domenica è l'ultima chiamata, non esiste un posticipo ove sistemare gli allenamenti non realizzati in quel giorno facendoli comunque rientrare nella stessa settimana.
Così ricorro spesso all'escamotage di partecipare piuttosto qualche gara, meglio se di lunghezza analoga a quella prevista dalla seduta. 
Domenica mi sarebbe spettato un medio sui 17 km, a ritmo 4'40/45
Ok, controlliamo i tremila link di calendari podistici che mi ritrovo sul PC.
Scarto tutti i cross, e cerco per vicinanza geografica. Ecco qui: MOTTALCIATA, seconda edizione del Giro delle quattro Chiese, non competitiva di diverse lunghezze, tra cui la massima di 14 km. Fa per me.
Già fatta l'anno scorso, organizzata dal comitato "Salviamo San Vincenzo" con la collaborazione, tra l'altro, dell'Associazione Sport e Natura, che propone diversi interessanti trail nella zona, è una bella cavalcata, per buona parte su prati e sentieri sterrati. A occhio, il gruppo dei partenti quest'anno è minore, probabilmente per la concorrenza di altre gare. Non mancano però l'allegria e l'entusiasmo, fomentate dallo speaker Paolo Boggio.
Ci arrivo un po’ tardi, tanto che non ho il tempo di riscaldarmi. Parto per ultimo, non ho voglia di impegnarmi al massimo, sebbene neppure sia lì per far presenza: domenica prossima mi spetta infatti una mezza su cui nutro speranza di pb.  
Il percorso, pianeggiante per gran parte, presenta due uniche asperità, due rampette spacca fiato situate a un chilometro dalla partenza. Le affronto con agilità, con calma. Velleità agonistiche ridotte al minimo, come se appunto, mi stessi allenando. Come previsto, mota in abbondanza rende scivolosi i sentieri e mina la sicurezza dell'appoggio, mentre il terreno pesante rende l'uscita particolarmente allenante.
Quando le mie infangate fatiche terminano, conclusi i 13 km circa del percorso, provo la soddisfazione di aver centrato l'obiettivo di allenamento, pur su un terreno difficile, nonostante quattro chilometri più corto della seduta prevista in tabella.
Non sono pignolo.
Un saluto!





domenica 10 marzo 2013

Recensione de "IL LATO POSITIVO"


Per non scrivere sempre di corse, e rendere invece questo blog più una sorta di diario a tutto tondo, ho deciso che ospiterò ogni tanto ogni tanto dei post di argomento diverso dal consueto, in base a ciò che solleticherà di volta in volta la mia voglia di scrivere, di raccontare e raccontarmi. Ad inaugurare questa svolta la recensione/opinione del film "Il lato positivo", visto sabato sera. Non ho la pretesa di trasformarmi in critico cinematografico da un giorno all'altro, quindi prendete questa breve recensione come un semplice tentativo, la cui efficacia di rivelerà nel tempo, di portare aria nuova nel blog.
...
Bradley Cooper, diventato famoso sopratutto per la serie "Una notte da leoni", dimostra di essere attore completo interpretando Patrick, un ragazzo affetto da disturbo bipolare notevolmente peggiorato dopo aver scoperto il tradimento della moglie Nikki. Otto mesi in un istituto psichiatrico gli insegnano, però, a vedere le cose da un diverso e più illuminato punto di vista. Uscito da esso, freme per rivederla, per mostrarle quanto sia cambiato, e per ricominciare una vita sotto il segno della positività. 

Alla fine è proprio l'ansia di un ritorno alla normalità a frenare la maturazione del protagonista. Incontra l'amore, ma non vuole riconoscerlo, preso com'è dalla precisa volontà di rimettere assieme i cocci del suo rapporto precedente e di cancellare quella parte di sè, incontrollabile, che odia.


A parte l'esser preda di esplosioni di rabbia ogniqualvolta senta la canzone del suo matrimonio, perché usata da moglie e amante come colonna sonora del loro incontro, Patrick non è altro che un ragazzo con una parte di sé, oscura, che non accetta e vuole cancellare il più in fretta possibile. Lungo questo percorso di redenzione il personaggio di Tiffany (interpretata superbamente da Jennifer Lawrence) innescherà un insieme di eventi che gli movimenteranno la vita.
Tratto dal libro di Matthew Quick, diretto da David O. Russell, il film stenta a decollare, alternando momenti drammatici ad altri che assumono i toni della commedia brillante, fino a virare deciso verso la commedia romantica ove, a parer mio, realizza tutto il suo potenziale fino a quel momento espresso solo in parte, con un adeguato happy ending.
Nel cast spicca, tra gli altri, la presenza di Robert de Niro, e di Chris Tucker. 

Un saluto!